L’ennesimo Deja-vu

La storia si ripete, aveva ragione Tucidide, ma ancora una volta abbiamo errato. Dovevamo fermarci, dovevamo rallentare, ma non ci siamo riusciti. Quanto l’uomo possa essere grande e misero allo stesso tempo, ora è chiaro a tutti: una macchina così complessa come il corpo umano può essere fermata e distrutta da un’entità nemmeno visibile, ed è difficile rimanere umani di fronte a ciò, quando le nostre paure iniziano a diventare realtà, e noi pian piano veniamo logorati dalla pazzia. Gente che scappa, uomini che non rispettano i decreti, e allora mi domando se questa è l’Italia, nave senza nocchiere in gran tempesta, o quel paese famoso per le sue bellezze artistiche, per la sua arte culinaria e per la sua capacità di rialzarsi più forte di prima? Adesso siamo a casa, bombardati da news e dati aggiornati ora per ora, tutti devono dire la loro, tutti devono parlare, anche quelli che non sanno nulla, e ciò contribuisce ad aumentare questo “male”, forse stare zitti ogni tanto e riprendere in mano la nostra vita è l’unico rimedio per evitare di peggiorare la situazione, ed evitare il diffondersi di teorie complottiste e cacce alle streghe (concittadini positivi al covid-19). È arrivata l’ora di ascoltare quella voce imponente che ci dice di stare a casa, come bambini che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa, e non avranno baci, non saranno abbracciati (Nove marzo duemilaventi di M. Gualtieri). Certo è difficile, ma non sarà la fuga di migliaia di Italiani l’ “antidoto” contro questa “peste”, potrebbe essere invece la scrittura, l’arte, la storia, e tutte le bellezze di cui siamo possessori la vera cura. È ora di stringere i denti ed affrontare la situazione, tutti quanti o nessuno, perché solo mediante il nostro senso civico potremo uscire vincitori da questa piccola grande battaglia, e poi torneremo ad abbracciarci più forte di prima, ed apprezzeremo ancora di più quel piccolo gesto che scalda il nostro cuore.

14/03/2020 Raffaele C.