Intervista (impossibile) a Carlo Goldoni

Per l’uscita di questo primo numero è stato scelto un commediografo emblema dell’Illuminismo.

GIORNALISTA: <<Buongiorno signor Goldoni, come sta?>>

CARLO GOLDONI:<<Buongiorno a lei tutto bene, grazie per l’invito>>

GIORNALISTA:<<Siete il primo ospite di questa serie di interviste della prima edizione del giornalino scolastico.>>

CARLO GOLDONI:<<Sono onorato e spero di riuscire a soddisfare tutte le vostre curiosità.>>

G:<<L’onore è nostro, il fatto che lei sia un uomo cosmopolita viene rispecchiato dalla sua attività sui social quindi, per metterla a suo agio, scattiamo un selfie! >>

C.G:<< Buona idea, inseriamo l’#askgoldoni per arrivare in tendenza e poter rispondere a tutte le domande dei miei followers.>>?

G:<<Ci chiedono: essendo nato a Venezia, che ruolo ha avuto questa città nella sua vita?>>

 C.G:<< Venezia è sempre stato il mio punto di riferimento nonostante io abbia viaggiato molto.  È da sempre una città cosmopolita dominata dall’ottimismo e l’ho sempre considerata come un luogo d’ispirazione per le mie opere,  nonostante alcune di esse sono state ambientate altrove per evitare la loro strumentalizzazione e le varie polemiche sollevate dalla nobiltà.>>

G:<<Quindi suppongo che le piaccia viaggiare>>

C.G.<<Sì, perché secondo me “chi non ha mai viaggiato è pieno di pregiudizi”.>>

G:<<Siamo d’accordo. Il suo fan club chiede qualche aneddoto della sua vita di cui non siamo ancora a conoscenza>>

C.G:<< Ho vissuto una vita movimentata. Uno degli avvenimenti di cui non vado fiero è la satira che feci contro le donne di Pavia, anche se non è mai stata pubblicata, i cittadini di Pavia mi cacciarono dalla città per averla scritta.>>

G:<< Ma parliamo d’altro, sappiamo che ha scritto una commedia a soli 8 anni. Come è nata questa passione?>>

C.G:<<In realtà la mia prima commedia l’ho scritta a 12 anni e questa passione l’ho  ereditata da mio nonno paterno che era un amante del teatro e si dilettava a inscenare commedie nella nostra casa in campagna.>>

G:<<Che valore ha per lei il personaggio di Mirandolina?>>

C.G:<<Mirandolina ne ‘La Locandiera’ è il simbolo della vittoria della donna sull’uomo e della borghesia sulla classe degli aristocratici. È una donna intraprendente e astuta e grazie a queste qualità riuscirà a far innamorare il misogino cavaliere di Ripafratta. Ma non vi spoilero più niente.>>

G:<< I suoi fan chiedono se ha mai avuto una relazione con Mirandolina.>>

C.G:<< NO AHAHA, queste sono solo fake news, provengono da un profilo Instagram che divulga informazioni false, dato che non ho ancora il verificato su Instagram credo di scrivere una satira su Zuckerberg .>>

(ridono insieme)

G:<<Che cosa intende con l’affermazione “I due libri sui quali ho più meditato e di cui non mi pentirò mai di essermi servito furono il Mondo e il Teatro”?>>

C.G:<<Vuol dire che la mia fonte d’ispirazione segue soltanto due binari: la realtà quotidiana del mondo in cui viviamo e la corrispondenza con il gusto degli spettatori. Nonostante la conoscenza di autori come Plauto e Terenzio non ho preso da loro ispirazione per i miei personaggi, bensì dalla quotidianità borghese.>>

G:<<Su quale elemento pone l’accento la sua riforma? Lascia libera interpretazione (improvvisazione) agli attori?>>

C.G:<<La  mia riforma si basa soprattutto sul copione che è sempre scritto, per cui non c’è  spazio per l’improvvisazione. Gli attori sono dei professionisti che si attengono al copione, proprio per questo non indossano le maschere,cardine fondamentale della Commedia dell’arte.>>

G:<< Grazie Carlo è stato un piacere chiacchierare con te. >>

C.G:<< Grazie a voi , e spero ci sia una prossima volta.>>